Claudia ha valutato quanto ci sia di vero nella osservazione provocatoria di Vittorio Sgarbi che il rinascimento non nasce alla grande Firenze del 1400 ma nasce un intero secolo prima a Padova.
All’inizio del Trecento Padova, città romana, vanta edifici imponenti – il Palazzo della Ragione, la Basilica di Sant’Antonio – e la presenza dell’università. La famiglia Da Carrara riceve il governo della città nel 1318. Piú tardi ci sarà un’aria di rinascimento quando Petrarca abiterà a Arquà. Enrico Scrovegni, banchiere e usuraio costruisce un palazzo e una cappella accanto all’Arena romana.
Claudia ha fatto un commentario illuminante sugli affreschi che Giotto dipinse nella Cappella dell’Arena e ha identificato elementi particolari e/o innovatori della storia di Maria e di Cristo. Gli affreschi sono disposti a spirale; c’è un senso tridimensionale (non esattamente prospetttiva) ad es. nella nascita di Maria; le emozioni delle madri nella strage degli innocenti si esprimono tramite lagrime dipinte; la sofferenza di Cristo uomo e degli angeli nella crocifissione è commovente; le rughe dipinte sul viso di Elisabetta rappresentano la vecchiaia in modo naturalistico; il bacio di Giuda, dove Cristo e il discepolo si guardano negli occhi, esprime il dramma del tradimento.
Claudia ha segnalato pittori successivi che proseguono la lezione di Giotto, tali Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero Zeno, che attestano la fioritura della pittura a Padova. Ma bisognerà aspettare il Quattrocento perché gli artisti sappiano la matematica necessaria alla prospettiva e alle proporzioni del corpo.
Grazie Claudia di una conferenza brillante di fatti e di interpretazione sensibile.