Nella sua presentazione Donne della Mafia Alex ha identificato il tipo di donna mafiosa e il suo ruolo, come erano nel passato e come sono oggigiorno. La famiglia mafiosa è denominata dal cognome del capomafia e lui e i figli maschi controllano gli affari del clan. La donna sposa e madre, casta e muta compagna del marito, è esclusa dalle loro attività. Però la moglie è garante della reputazione del marito e trasmette ai figli i valori mafiosi – l’omertà, la virilità e la forza; tramanda la vendetta incitando i figli all’omicidio degli assassini del marito. Inoltre la donna sente le riunioni degli uomini e sa tutto della cosca.
Dal 1980 al 2000 la Mafia si adatta a nuove circostanze: molti uomini vengono arrestati, ci sono dei ‘pentiti’, ci sono meno omicidi e c’è meno violenza. La donna può essere ascoltata e assumere posizione di leader.
La donna diventa ‘madrina’ che supporta il congiunto in carcere e ‘supplente’ che continua gli affari in caso di arresto o di latitanza. Agisce nel settore finanziario rappresentando la ‘faccia pulita’ dell’organizzazione. Lavora come spacciatrice nel narcotraffico. Un esempio della ‘nuova donna’ è Giusy Vitale che già all’età di 13 anni porta messaggi da e per gli uomini in carcere. Arrestata due volte, decide nel 2005 di collaborare con la giustizia e divorzia il marito. Vive sotto la protezione dello stato (v. il libro Ero Cosa Loro). Giusy dimostra che se una donna aspira alla vera emancipazione e vuole affermare la propria individualità deve collaborare con la giustizia e tagliare i legami con la famiglia.
Grazie Alex di aver presentato la situazione crudele delle donne in maniera commovente.