Enrica ha iniziato la sua presentazione con alcune osservazioni di tipo linguistico. Prima ha notato certi usi regionali: al nord l’uso dell’articolo con nomi femminili (ad es. La Giorgia); al centro alcune espressioni spiccate come avoya (un sacco) e daye (forza) e al sud il linguaggio dei gesti come ‘avere appetito‘ (le dita e le unghie contro I denti) e ‘così così’ (la mano che gira rapidamente). Poi ha presentato un numero nutrito di proverbi, detti e usi, alcuni senza equivalente inglese come ‘Morto un papa se ne fa un altro’ (nessuno è insostituibile) oppure ‘patti chiari amicizia lunga’ (se gli accordi sono precisi non ci sono occasioni per litigare).
Le sezioni che rigardavano le tradizioni erano belle. Per il Carnevale Enrica si è soffermata su Puntigliano in Puglia il cui Carnevale è il piú antico d’Europa con una parata colorata e giocosa e un contenuto politico. Al cuore c’è una maschera che si chiama Farinella (joker) con un abito fatto di toppe multicolori e un cappello a due punti. Poi Enrica ha passato alle tradizioni del matrimonio e la ripartizione dei ruoli tra le due famiglie. Ad esempio per il corredo lo sposo provvede alla cucina e la sposa si occupa del letto. Le donne preparano il letto con lenzuola mai usate e una bambina salta sopra per augurare la fertilità.
Enrica ha coinvolto i partecipanti lungo la presentazione, provocando opinioni, contributi personali e risate. Grazie Enrica di una serata amichevole e rilassata.