Nei tempi remoti le navi antiche erano piccole e fragili e navigare i tre chilometri dello stretto di Messina era pericolosissimo a causa dei venti e le acque turbolenti. Omero narrò nell’Odissea le catastrofi di Ulisse quando tornò a Ithaca dopo la Guerra di Troia e attribuì i suoi disastri a due donne leggendarie Scilla e Cariddi raffigurate come mezza donna mezza mostro in una grande scultura all’aria aperta a Messina.
Scilla era una bellissima ninfa, figlia del Dio Greco Forco e di Ecate, figura oscura e dea degli incantesimi, e regina dei demoni, dei morti e della luna. Scilla frequentava Zancle, antico nome greco di Messina. Il dio marino Glauco Forco si innamorò di lei e chiese aiuto a Circe per facilitare il suo amore ma Circe, che amava Glauco, si arrabbiò e si vendicò trasformando Scilla in un mostro con sei teste di cane e dodici zampe.
Cariddi, figlia di Poseidone e Gea, non era bella come Scilla, ma era molto vorace e Omero racontò che rubò i buoi di Gerione e di Ercole e li mangiò. Ercole se ne lamentò a Zeus che trasformò Cariddi in un mostro a sei teste. Lei terrorizzava la popolazione e manifestava la sua ingordigia consumando enormi quantità di acqua e sommuovendo il mare circostante.
La storia di Scilla e Cariddi tratta la bellezza, la giovinezza, il desiderio e la vendetta e gli dei che si mescolano negli affari umani.
Antonio ha passato delle belle foto di sculture, dipinti e piante per illuminare i personaggi e la geografia di questo posto leggendario. Grazie Antonio.